Viterbo, Chiesa di S. Francesco, monumento funerario del Papa Clemente IV.


 


Viterbo, monumento funerario del Papa Clemente IV.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Xenar 150 mm su negativo Ilford FP4, 100 ISO, sviluppato in Ilford ID-11.

 

 

 

Nel 1982 la prof.ssa Annamaria D’Achille (1) realizzò uno studio riguardante il monumento sepolcrale di Papa Clemente IV (1268) realizzato dai domenicani della Chiesa di S. Maria di Gradi (dove il Papa volle essere sepolto) e dai canonici della Cattedrale di S. Lorenzo, per stabilire, qualora possibile, la datazione del monumento oggi conservato in S. Francesco alla Rocca o, almeno, la sua iniziale configurazione.

Il documento più antico attualmente disponibile è costituito un atto notarile datato 23 novembre 1271 che testimonia di una iniziale rimozione del sepolcro dalla cattedrale dove era stata inizialmente avviata l’opera di costruzione. Questo documento fu erroneamente trascritto e le successive citazioni hanno perpetuato l’iniziale errore che concerne proprio un elemento decisivo per una datazione del monumento. In base a tale erronea interpretazione, la costruzione risulterebbe non successiva al 1271. A partire da quell’anno è testimoniata poi una disputa tra i frati e i canonici, conclusasi –sembra- solo nel 1276, quando Papa Innocenzo V, passando per Viterbo diretto a Roma, vide l’esecuzione completata. Restano documentate cinque precedenti bolle papali comprese tra il 31 luglio 1274 e 1 aprile 1275 nelle quali il monumento funebre viene talvolta nominato come un “sepolcro marmoreo” e talvolta semplicemente come un “corpo”. Ciò comporta notevoli difficoltà nella definizione di una storia della sua costruzione in base alle sole fonti d’archivio. Per tale motivo la professoressa ritenne opportuno avviare un’accurata indagine metrica sulla costruzione, più volte smembrata e oggetto di varie ricostruzioni. Attraverso le verifiche consentite dal rilievo a della restituzione grafica e fotografica fu realizzato un completo schema dell’articolazione dei differenti pezzi scultorei, dei rispettivi materiali lapidei, delle malte e delle modalità di lavorazione. Sulla base dei dati raccolti fu possibile definire una ipotesi affidabile sulla evoluzione storica del monumento.


Note:

(1) docente di Storia dell’Arte Medievale, Università La Sapienza di Roma

 

 

   

 

Studi dal vero della cornice di coronamento.


 

Studi sulla disposizione dei pezzi nel montaggio del baldacchino.

 

Eidotipi delle basi dei capitelli della galleria mosaicata.


 

 

Studi sugli ornamenti a mosaico.