Roma, basilica di Santa Maria Maggiore, gruppo scultoreo del presepe di Arnolfo di Cambio.


 

 

 


Uno dei Magi inginocchiato.


 

Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Schneider Xenon 150 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.

La prof.ssa Francesca Pomarici (1) nel 1987 condusse uno studio sul gruppo marmoreo del “presepe” eseguito da Arnolfo di Cambio nel 1291 per l’oratorium praesepis collegato alla basilica di S. Maria Maggiore a Roma. Il gruppo è oggi collocato, in uno stato frammentario, nel confessionale della Cappella del Sacramenti realizzata da Sisto V in luogo dell’originario oratorio medievale, sul progetto di Domenico Fontana. L’attuale articolazione del gruppo ne riduce di molto il valore ed il significato originale, per il quale W. Messerer nel 1975 aveva già suggerito un’interessante ricostruzione. Gli studi condotti dalla Pomarici hanno, tuttavia, rivelato una possibile diversa configurazione, basata sul presupposto che l’originario assetto comprendesse una Madonna distesa. Fondamentale per questa ricostruzione si è rivelato l’attento esame del metodo e degli strumenti di lavorazione della pietra usati nelle residue sculture originali che mostrano i segni di un preciso orientamento visuale dei singoli pezzi, comune nella metodologia di lavoro arnolfiana.

Oltre che individuare una mappatura delle aree di diversa finitura del lavoro scultoreo, la finalità era anche quella di individuare eventuali deformazioni introdotte intenzionalmente per compensare le aberrazioni prospettiche dovute alla sua collocazione spaziale rispetto all’osservatore.

Per una rappresentazione grafica dei diversi componenti del gruppo marmoreo secondo piani di sezione orizzontali e verticali senza ricorrere a strumenti digitali, all’epoca assai difficilmente disponibili, realizzai un pantografo a sfioramento che consentiva di ottenere delle sagome in scala 1:1 dell’opera secondo i piani di sezione prestabiliti. Il pantografo era costituito da una tavola di legno della dimensione almeno pari all’oggetto in esame sulla quale veniva fissato un foglio. Per comodità si considera associato alla tavola un sistema di coordinate cartesiane in cui la base coincide con l’asse x e l’altezza con l’asse y. La tavola era munita di un sistema di tiranti che consentivano lo scorrimento parallelamente all’asse x di una slitta in plexiglas nella quale poteva muoversi solo secondo una direzione perpendicolare all’asse y un listello munito ad una estremità di un puntatore metallico ed all’altra di una matita tracciante. Determinato il piano del profilo, veniva posizionata la tavola nella corrispondente posizione. Il puntatore seguiva il profilo vincolato allo scorrimento secondo le direzioni sopra richiamate ed ad ogni modifica della sua posizione veniva fatto corrispondere un punto eseguito dal tracciante.

In questo modo si otteneva sul foglio una sezione per ogni collocazione del piano di rilevamento. Fu così possibile realizzare una serie di osservazioni geometriche sulla modalità di realizzazione delle masse scultoree che confermarono ed avvalorarono la ricostruzione originaria del gruppo secondo il progetto di Arnolfo, derivante da un interessante lettura delle fonti documentarie. In particolare, dall’esame comparativo di una planimetria della zona nord-occidentale della basilica di S. Maria Maggiore prima degli interventi sistini e di una descrizione di Domenico Fontana emerge una collocazione del gruppo diversa da quella ordinariamente adottata. Esso, infatti, doveva essere posizionato di fronte all’arco che conduce alla navata della chiesa e non sull’altare.


Note:

(1) docente di Storia dell’Arte Medievale, Università La Sapienza di Roma Da: F. Pomarici, “Il Presepe di Arnolfo di Cambio: nuova proposta di ricostruzione”, in Arte Medievale, Serie II, anno II, n° 2, 1988, pagg. 155-175.

 

 

 

Schizzo di prospetto del gruppo scultoreo.

Statua di San Giuseppe e animali.


 

 

Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Schneider Xenon 150 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.

Eidotipo di lavoro

Eidotipo di lavoro

Gruppo della Madonna con bambino, realizzazione tarda.


 

Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Schneider Xenon 150 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.

 

Bozza di schema planimetrico

Appunti di lavoro