Roccaguglielma, struttura fortificata sveva e aragonse.


 

 


Roccaguglielma, mastio e dei residui della cinta muraria.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su negativo Kodak Ektapan, 100 ISO, sviluppato in Agfa Rodinal 1+25.

 

Fotografia selezionata per "Architetture in Mostra, dimore storiche in Terra di Lavoro e nel Sannio", Reggia di Caserta, Pinacoteca, 24 settembre - 2 ottobre 2009.

Il prof. Pio Francesco Pistilli (1) ha condotto per alcuni anni una approfondita ricerca sugli insediamenti fortificati normanni e svevi nella Terra di Lavoro, l’antica unità territoriale che si estendeva tra l’attuale Campania settentrionale ed il basso Lazio. Le risultanze di questa complessa indagine sono state raccolte nel suo volume “Castelli Normanni e Svevi in Terra di Lavoro”, edito nel 2003 per i tipi della Libro Co. Italia.

Come riferisce il prof. Antonio Cadei nella presentazione dell’opera (2) il vero punto di forza della ricognizione, a parte il suo monumentale apparato documentario ed iconografico, sta in una sorta di applicazione estensiva delle tecniche di indagine dell’archeologia verticale. La capacità – cioè - di porsi in sintonia con il monumento dal suo interno, di saperne interpretare le relazioni con il paesaggio, e di recuperare le ragioni che ne hanno determinato la forma originaria e ogni successiva trasformazione, aspetti essenziali per l’architettura militare come per nessun’altra specializzazione dell’arte della costruzione. 

L’analisi ha riguardato una linea avanzata di masti in altura di forma quadrangolare, analizzati sia topograficamente che tipologicamente con gli esemplari di Caiazzo, Rupecanina,  Roccaguglielma, Rocca Ianula e si è poi concentrata sui castelli di Casertavecchia e di Cancello e sulla Domus di Belvedere nel Gualdo di Napoli.

In particolare, il castello di Roccaguglielma  era collocato in modo da controllare il passo montano che congiunge direttamente Pontecorvo ed Aquino con Gaeta, senza passare per il territorio non normanno di Montecassino. Alleato con i castelli di Campello, Pico, Rivomatrice e San Giovanni Incarico formò per qualche decennio un piccolo potentato indipendente detto dei cinque Castelli de Foris.

Il possente mastio murario è stato documentato da rilievi architettonici realizzati dall’arch. Roberta Caglianone e da me, nonché da un’ampia documentazione fotografica in lastre 4x5” bianco e nero e da diapositive colore 6x7 cm.

 

Una delle riprese fotografiche del castello di Roccaguglielma è stata esposta nel settembre del 2009 alla mostra “Dimore Storiche in Terra di Lavoro e nel Sannio” tenuta presso il Palazzo Reale di Caserta.

 

Sono, inoltre, state condotte indagini su alcune strutture architettoniche di rilievo nell'ambto dell'architettura di tipo federiciano. In particolare, un edificio presso Apice (BN) e a Palazzo S. Gervasio.


Note: 

(1) docente di Storia dell’Arte Medievale alla Scuola di Specializzazione, Università La Sapienza di Roma.

(2) P. F. Pistilli, Castelli Normanni e Svevi in Terra di Lavoro, San Casciano V.P. (FI), Libro Co., 2003.

 

   

Veduta generale dell'insediamento.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Schneider Xenon 150 mm su negativo Kodak Ektapan, 100 ISO, sviluppato in Agfa Rodinal 1+25.


 

Particolare di una torre della cinta muraria e del mastio.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su negativo Kodak Ektapan, 100 ISO, sviluppato in Agfa Rodinal 1+25.


Apice, edificio individuato come "cubante".


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su negativo Kodak Ektapan, 100 ISO, sviluppato in Agfa Rodinal 1+25.


Palazzo S. Gervasio, struttura edilizia.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su negativo Kodak Ektapan, 100 ISO, sviluppato in Agfa Rodinal 1+25.


Roccaguglielma, edidotipo del piano rialzato del mastio.

Roccaguglielma, schema delle poligonali tacheometriche.

Roccaguglielma, restituzione in pianta e sezione del mastio.