S. Felice a Cancello, studio dell'insediamento fortificato federiciano di Matinale.

 



S. Felice a Cancello, castello di Matinale, fronte di accesso.


 

 

Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.

 

 

 

Il prof. Pio Francesco Pistilli (1) ha condotto per alcuni anni una approfondita ricerca sugli insediamenti fortificati normanni e svevi nella Terra di Lavoro, l’antica unità territoriale che si estendeva tra l’attuale Campania settentrionale ed il basso Lazio. Le risultanze di questa complessa indagine sono state raccolte nel suo volume “Castelli Normanni e Svevi in Terra di Lavoro”, edito nel 2003 per i tipi della Libro Co. Italia.

Come riferisce il prof. Antonio Cadei nella presentazione dell’opera (2), il vero punto di forza della ricognizione, a parte il suo monumentale apparato documentario ed iconografico, sta in una sorta di applicazione estensiva delle tecniche di indagine dell’archeologia verticale. La capacità – cioè - di porsi in sintonia con il monumento dal suo interno, di saperne interpretare le relazioni con il paesaggio, e di recuperare le ragioni che ne hanno determinato la forma originaria e ogni successiva trasformazione, aspetti essenziali per l’architettura militare come per nessun’altra specializzazione dell’arte della costruzione. 

L’analisi ha riguardato una linea avanzata di masti in altura di forma quadrangolare, analizzati sia topograficamente che tipologicamente con gli esemplari di Caiazzo, Rupecanina,  Roccaguglielma, Rocca Ianula e si è poi concentrata sui castelli di Casertavecchia e di Cancello e sulla Domus di Belvedere nel Gualdo di Napoli.

 

In particolare, nel castello di Cancello è palese il richiamo all’architettura imperiale, di cui riprende l’impianto quadrilatero, in una costrizione tardosveva assolutamente unitaria, non condizionata.

Il rilevo integrale dell’ampia struttura è stato realizzato dall’arch. Roberta Caglianone e da me utilizzando una poligonale tacheomatrica e una serie si stazioni da cui operare per rilevazioni polari. Tutto il complesso e articolato insediamento è stato documentato, inoltre, fotograficamente in lastre 4x5” e film 6x7 diacolor.

Il rilievo ha evidenziato chiaramente l’organizzazione degli spazi chiusi e scoperti del fortilizio. Le dimensioni dei bracci e l’ampiezza della corte, infatti, sono fissate dal reticolo geometrico sul quale è costruito l’impianto del castello, la cui unità base è un quadrato di circa 7,80 metri di lato. Al contempo, la ripartizione in sedici moduli dell’intera superficie quadrilatera non solo stabilisce la tipologia di un castrum ad ali regolari, ma detta anche la divisione interna delle ali, in quanto la grandezza degli ambienti, sia a piano terra, sia al livello più alto, coincide con l’unità base o, più di frequente, con i suoi multipli.


Note:

(1)  (1) docente di Storia dell’Arte Medievale alla Scuola di Specializzazione, Università La Sapienza di Roma

(2) P. F. Pistilli, Castelli Normanni e Svevi in Terra di Lavoro, San Casciano V.P. (FI), Libro Co., 2003.

 

 

 

 

 

S. Felice a Cancello, castello di Matinale, fronte di posteriore.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.


 

 

S. Felice a Cancello, castello di Matinale, fronte di posteriore.


Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Grandagon 90 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.


  

 

S. Felice a Cancello, castello di Matinale, schema della poligonale tacheometrica esterna.


 

S. Felice a Cancello, castello di Matinale, schema di alcuni raggi polari.


 

S. Felice a Cancello, castello di Matinale, schema di alcuni raggi polari.