Roma, basilica di S. Pietro in Vaticano, rilievo e documentazione della statua bronzea di S. Pietro.


 


Roma, basilica di S. Pietro in Vaticano, statua bronzea di S. Pietro, particolare.


Ripresa  su negativo Ilford FP4, 100 ISO, sviluppato in Ilford ID-11 con evidenziazione dei punti di riscontro per una delle sezioni.

 

 


 

Ripresa  su negativo Ilford FP4, 100 ISO, sviluppato in Ilford ID-11 con evidenziazione dei punti di riscontro per una delle sezioni.

 

 

Ripresa  su negativo Ilford FP4, 100 ISO, sviluppato in Ilford ID-11 con evidenziazione dei punti di riscontro per una delle sezioni.

 

 

Ripresa  su negativo Ilford FP4, 100 ISO, sviluppata da alto contrasto in Agfa Rodinal.

Tra il 1989 ed il 1990 la prof. Angiola Maria Romanini (1) nell'ambito degli studi su Arnolfo di Cambio diresse uno ricerca interdisciplinare sulla notissima e veneratissima statua bronzea di San Pietro custodita nella navata della basilica vaticana. Allo studio partecipò anche il prof. Sergio Angelucci (2), che fu incaricato delle indagini tecnico-scientifiche svolte su campioni delle terre di fusione prelevati all'interno della statua con il metodo della termoluminescenza e la dott.ssa Paola Réfice (3) per le analisi documentarie ed iconografiche.

Per la realizzazione delle misurazioni fu necessario lavorare durante le ore notturne, per evitare di intralciare il continuo flusso di pellegrini. Pertanto, ottenemmo un permesso speciale dal Vaticano che ci consentiva di essere accompagnati dai custodi  all'interno della basilica dopo la sua chiusura serale al pubblico e trattenerci per alcune ore accanto alla statua, resa accessibile da un trabattello. Il lavoro si protrasse per alcune settimane per ottenere una campionatura completa della superficie del bronzo ed un modello grafico della scultura.

Per la metodologia de rilievo, vedasi la nota esplicativa pubblicata in seno al numero monografico della rivista specializzata "Arte Medievale", in calce.


Note

(1) ordinario di Storia dell’Arte Medievale, Università La Sapienza di Roma.

(2) restauratore specialistico.

(3) funzionario del Ministero per i beni e le Attività Culturali, Soprintendenza BAAAS di Arezzo.


 

NOTE SUL RILIEVO DELLA STATUA BRONZEA DI SAN PIETRO NELLA BASILICA VATICANA

 

La lettura di un'opera attraverso il rilievo costituisce un passo importante nel processo che tende a raggiungere una comprensione completa di essa, e deve essere affiancata quindi all’analisi stilistica, alla documentazione storica, alle fonti bibliografiche ed archivistiche quale strumento di conoscenza. Le operazioni di rilevamento non vanno intese però come elementi passivi in tale processo di indagine, ma devono essere riconosciute come una ricerca attiva e criticamente operante: se per conoscere un'opera infatti occorre procedere alla sua ricognizione metrica, al contempo per poterla rilevare correttamente è necessario l'approfondimento del suo significato culturale. Così nel caso del rilievo della statua bronzea di San Pietro nella Basilica Vaticana un primo approccio è consistito nella sua accurata valutazione formale, nell'esame degli aspetti dimensionali, nell'acquisizione del contesto storico nel quale l'opera stessa poteva essersi formata. Nel quadro di questo processo cognitivo si è scelto un modello per l'aggregazione delle informazioni che ha costituito la base costante per il successivo lavoro.

Ogni metodo di rilevamento presenta infatti caratteristiche proprie e conseguenti ambiti di impiego specifici che ne escludono una utilizzazione indifferenziata; identificata quindi la metodologia di rilievo più idonea, sono state valutate e scelte le strategie di lavoro, le strumentazioni tecniche e il tipo di rappresentazione grafica.

Sin dal primo contatto con la statua è apparsa la difficoltà di operare con una metodologia univoca e si è presentato il problema di una integrazione di tecniche che garantisse l'organicità delle informazioni metriche ed un costante livello di attendibilità. Si è scartato subito l'uso della stereofotogrammetria perché l'inserimento del bronzo tra l'ampia spalliera e le volute laterali del trono settecentesco, nonché il suo posizionamene a ridosso della parete laterale della navata, costituiscono condizioni difficilmente compatibili con l'applicazione del metodo. È risultato invece efficace un sistema di rilevamento indiretto mirato all'acquisizione strumentale di un insieme di punti tali da definire una maglia poligonale tridimensionale che descrivesse l'inviluppo del volume. I nodi della maglia, fissati fisicamente sulla superficie, sono stati traguardati da una coppia di stazioni le cui letture angolari sono state elaborate al computer applicando l'algoritmo della intersezione in avanti nello spazio con il metodo del ribaltamento reciproco. Le coordinate cartesiane ottenute sono state memorizzate in un database e successivamente rielaborate in modo da ottenere le principali proiezioni mongiane [1-4,11] e le viste prospettiche utilizzate nei procedimenti di modellazione solida. La superficie del bronzo compresa tra i singoli nodi è stata poi rilevata con procedimento diretto appoggiandosi agli estremi della maglia precedentemente fissata. La seconda fase del lavoro è consistita nella restituzione grafica dell'oggetto. Si è scelta una rappresentazione al tratto atta a descrivere i dettagli formali della scultura grazie ad una differenziazione dei tipi di linea che rendesse possibile la lettura degli elementi morfologici della superficie. Su questi grafici è stata riportata l'osservazione del trattamento superficiale del bronzo. A tal fine si è proceduto ad una campionatura dei livelli di finitura del metallo che è stata sintetizzata graficamente secondo una gamma cromatica estesa dal giallo (superficie maggiormente levigata) al nero (superficie grezza) [5-10].

L'analisi ha rivelato una evidente eterogeneità di tratta-mento che trova però spiegazione considerando una proporzionalità diretta tra visibilità e lavorazione. Per poter comprendere appieno tale relazione si è rivelata a questo punto insufficiente la rappresentazione piana bidimensionale fornita da una proiezione di tipo ortogonale (il cui centro di proiezione è posto a distanza infinita) ed è stato necessario introdurre una nuova variabile (il punto di vista) per poter valutare simultaneamente le tre dimensioni e considerare il volume nello spazio così come può essere percepito dall'oc-chio di un osservatore. Solo così infatti si è potuta comprendere la non finitura di determinati elementi che erano stati precedentemente riconosciuti come significativi (mantello in corrispondenza della parte inferiore dell'avambraccio sinistro, parte superiore del dito pollice della mano sinistra, zone interne alle pieghe della tunica sul petto) [12].

Lo strumento di studio e rappresentazione scelto per questa indagine è stato un programma di modellazione solida tridimensionale mediante il quale, individuato l'insieme di punti di vista possibili, si sono determinate le condizioni geometriche in cui risultavano nascoste quelle parti apparentemente trascurate in un'opera di levigatura [15-21]. Una volta raccolti tutti i dati inerenti all'aspetto geometrico alla spazialità, alla forma e al trattamento del bronzo, si è voluta ipotizzare una collocazione del San Pietro in quella che poteva essere la sua ambientazione architettonica originale, al fine di verificare la compatibilità dei dati già acquisiti con una ricostruzione planimetrica dell'Oratorio di S. Martino, le cui proporzioni sono state desunte dalla pianta dell'antica Basilica Vaticana proposta dall'Alfarano.

E’ attraverso quest'ultima fase che è stato possibile ipotizzare un percorso preferenziale di avvicinamento alla statua: aggirando infatti da destra l'altare, l'ipotetico osservatore si verrebbe a trovare proprio nella posizione in cui risultano verificate quelle condizioni geometriche di minore visibilità delle aree che precedentemente erano state prescelte come indicatrici [13-14].

Da: R. Caglianone, A. Iazeolla, Note sul rilievo della statua bronzea di San Pietro nella basilica vaticana, in Arte Medievale, serie II, anno IV, n° 2, 1990, pp 65-71.


NOTE

1) Cfr. M. Docci, D. MAESTRI, // rilevamento architettonico. Storia metodi e disegno, Bari 1984.

2) Cfr. M. CARPICECI, Intersezione in avanti nello spazio. Contributo alla scienza della misura, «Istruzione tecnica e professionale», n.s., XXIV (1987), 91, pp. 212-229. Desideriamo qui inoltre ringraziare l'architetto Marco Carpiceci che ha studiato il problema ed elaborato il programma specifico di cui ci ha gentilmente concessa l'utilizzazione.

3) Per quel che concerne l'analisi del criterio di visibilità applicato alla statua di San Pietro si veda l'intervento, in questa stessa sede, di Angiola Maria Romanini.

4) Cfr. P. RÉFICE, «Habitatio Sancii Petrì»: glosse ad alcune fonti su S. Martino in Vaticano, «Arte Medievale», s. II, IV (1990), 1, pp. 13-15.

   

 

Prospetto anteriore con indicazione dei gradi di finitura del bronzo.


 

 

 

 

Campionatura dei gradi di finitura del bronzo.

 

Prospetto lato destro con indicazione dei gradi di finitura del bronzo.


 

 

Prospetto lato sinistro con indicazione dei gradi di finitura del bronzo.


 

 

Prospetto posteriore con indicazione dei gradi di finitura del bronzo.


 

 

Sezione verticale mediana con indicazione dei gradi di finitura del bronzo.


 

 

Sezioni orizzontali a differenti quote.


 

 

Ipotesi di collocazione della statua rispetto ad un osservatore. Lo studio è stato possibile attraverso la realizzazione di un modello solido semplificato della mano benedicente della statua e delle chiavi ed analizzando in quali condizioni visive le parti meno lavorate della superficie del bronzo venivano mascherate maggiormente.

Modello solido renderizzato

Posizione 1

 

Posizione 2

 

Posizione 3

 

Posizione 4