Chieti, S. Liberatore alla Maiella, pitture murali dell'abside.


 

 

 


Chieti, S. Liberatore alla Maiella, particolare delle pitture.


Ripresa con Mamya RB67, obiettivo 150 mm su negativo Kodakcolor, 100 ISO.

 

 

 

 

 

La dott.ssa Iole Carlettini (1), nell’ambito delle sua attività di studio sulla produzione artistica medievale in Abruzzo ha condotto una ricerca sulla decorazione pittorica medievale della Chiesa Abbaziale di S. Liberatore alla Maiella, che fu la più autorevole presenza cassinese del Medioevo in Abruzzo. Essa infatti rappresentò la più importante della prepositure abruzzesi e il suo alto profilo politico rese necessario un apparato artistico di altrettanto rilievo. Il massiccio intervento di restauro operato tra il 1967 e il 1971, dopo secoli di abbandono, ha riguardato anche la decorazione pittorica dell’abside, con il distacco dell’affresco cinquecentesco che lo ornava per recuperare la decorazione medievale sottostante che già riemergeva parzialmente. E’ così tornata alla luce una teoria di personaggi, religiosi e laici in atto di esibire cartigli a S. Benedetto, assiso al centro. Le disperate condizioni conservative del dipinto si S. Liberatore hanno consigliato di procedere ad un rilievo dello stesso, che restituisse i dati ancora leggibili con la chiarezza che la fotografia da sola non può garantire. I risultati, sommati ai dati derivanti dalla osservazione diretta, non sempre trascrivibili in forma discreta nel rilevo stesso, hanno consentito la migliore rilettura possibile del testo pittorico e delle cinque iscrizioni riportate nei cartigli sorretti dalle figure.

L’intera decorazione è stata documentata nel 1998 da rilievi realizzati dall’arch. Roberta Caglianone e da me, nonché da un’ampia documentazione fotografica a colori e con pellicola infrarossa in bianco nero Kodak High Speed Infrared Film utilizzando un filtro Kodak Wratten 87c, completamente opaco alla luce visibile. I risultati dell’indagine alle frequenze dell’infrarosso non hanno, tuttavia, evidenziato elementi di novità significativi rispetto alla luce visibile. Una descrizione della particolare metodologia per lo studio metrico e la restituzione grafica della decorazione pittorica è stata pubblicata in appendice al lavoro della Carlettini in: “Il rilievo delle pitture murarie di S. Liberatore alla Maiella. Metodologia e criteri di rappresentazione”, Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte, 56 (III Serie, XXIV), 2001, p. 81. (Cfr box qui sotto).


Note:

(1) Ricercatrice confermata presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti.

 


 

Il rilievo delle pitture murarie di S. Liberatore alla Maiella. METODOLOGIA DEL RILIEVO E CRITERI DI RAPPRESENTAZIONE

 

Questa breve nota si propone di descrivere sinteticamente le scelte metodologiche ed i criteri di rappresentazione che sono stati adottati per il rilievo del ciclo di affreschi duecenteschi presenti sulla superficie muraria dell'abside di S, Liberatore a Maiella.

L'intero affresco si presenta attualmente in una condizione di forte degrado, e già una sommaria ricognizione visiva è sufficiente a denunciare i gravi danni che ne compromettono la leggibilità. Alle estese lacune dell'intonaco, alcune delle quali determinate da una notevole lesione strutturale della parete absidale nella sua sezione mediana (che è stata risarcita da nuovi conci di pietra) si aggiunge la spicconatura realizzata per consentire l'adesione di un nuovo strato di intonaco.

Una volta montati i ponteggi nell'abside, un più attento esame dello stato di conservazione degli affreschi ha permesso di riscontrare vasti distacchi di pellicola cromatica dagli intonaci nonché tracce di precedenti restauri, con stuccature e riprese di colore.

La leggibilità dei contorni e la intensità cromatica delle aree pigmentate degli affreschi si presentano molto attenuate e largamente lacunose. Ciò ha prospettato già in fase di impostazione interrogativi di interpretazione e disagi di trasposizione grafica che hanno determinato la scelta metodologica di articolare il lavoro su differenti piani di approfondimento e con altrettanto differenti metodologie di indagine conoscitiva. Il lavoro è stato così suddiviso in due sezioni:

  • Sezione 1) rappresentazione riportata ad un piano della superficie globale dell'affresco.

  • Sezione 2) rappresentazione in dettaglio delle iscrizioni.

Nella determinazione dei criteri di studio e restituzione è risultata determinante la scelta di scale di rappresentazione diverse: per le parti figurative dell'intero affresco (sezione 1) è stata adottato il rapporto di un decimo, mentre per i brani di iscrizioni (sezione 2) è stata scelta la rappresentazione in scala reale.

(N.B. Le tavole contenute all'interno di questa relazione sono una riduzione alla metà dei disegni originali, che vengono allegati a parte).

 

Sezione 1) RAPPRESENTAZIONE RIPORTATA AD UN PIANO DELLA SUPERFICIE GLOBALE DELL'AFFRESCO.

In questa fase è stato studiato un sistema integrato di analisi metrica articolato in due momenti distinti e complementari :

  • Fase 1-a) collezione di dati provenienti da indagini di tipo discreto (elaborazione topografica);

  • Fase 1-b) collezione di informazioni desunte da indagini di tipo continuo (fotointerpretazione).

Fase 1-a)

E' stata individuata una maglia di punti coincidenti con tutti gli elementi significativi del disegno pittorico e ciascun di essi è stato determinato con metodo polare da una stazione tacheometrica. Tutte le letture effettuate sono state elaborate elettronicamente alfine di ottenere un quadro completo delle coordinate di ciascun punto rispetto ad un sistema di assi cartesiani convenzionalmente scelto in modo che l'asse x sia parallelo alla congiungente dei punti estremi dell'arco absidale e l'asse y sia verticale e passante per il punto medio dell'abside stesso (fig. 1).

Poiché l'affresco si sviluppa lungo una porzione di cilindro, per la sua rappresentazione grafica è stato necessario effettuarne la riconduzione sul piano xy. A tal fine si è proceduto innanzitutto alla ricerca del centro geometrico del cilindro absidale stesso. Esso è stato individuato nel valore medio dei centri relativi a 5 terne di punti scelti lungo l'arco absidale. Da questo centro medio, denominato Cm, sono state calcolate le lunghezze rn (proiettate sul piano orizzontale) di tutti i raggi congiungenti i singoli punti individuati sull'affresco. Poiché Cm è un centro teorico in quanto la superficie reale dell'abside si discosta (anche se solo dello 0,7%) da una superficie cilindrica ideale, dalle lunghezze rn è stato calcolato il valore medio rm (pari a m 3,396) e da qui è stato ricavato il valore della circonferenza media teorica dell'abside (m 21,360).

Calcolata al lunghezza di ciascun arco an, è stata trasferita sul piano di proiezione la maglia di punti che identificano tutto il complesso figurativo dell'affresco.

 

Fase 1-b)

L'insieme dei punti definiti nella fase la del lavoro, per quanto numeroso, rappresenta comunque un processo di discretizzazione della realtà che viene ricondotta ad un insieme finito di punti noti. La rappresentazione delle parti figurative della composizione, così come lo studio e la rappresentazione delle iscrizioni, non poteva interrompersi in questa fase: era necessario approfondirne la descrizione definendo senza soluzione di continuità i tratti della rappresentazione. Per questo motivo è stato studiata una metodologia che integrasse le informazioni numeriche acquisite mediante strumentazioni di tipo topografico con dati di provenienza analogica forniti dalla fotointrepretazione. A questo scopo sono state effettuate una serie riprese con un camera fotografica disposta in corrispondenza del centro CM del cilindro absidale e con il piano focale in posizione verticale. I fotogrammi sono stati effettuati in sequenza applicando alla camera rotazioni costanti e con una sovrapposizione reciproca di almeno il 30% fino a coprire l'intera superficie pittorica. Determinata la scala di rappresentazione finale dell'affresco (1:10) sono state riprodotte in laboratorio le medesime condizioni geometriche ed ottiche rilevate nella realtà e riportate al rapporto di riduzione previsto. Le immagini negative ottenute sono state, dunque, proiettate da una distanza pari ad un decimo della distanza reale su un settore di cilindro avente raggio rm/10 la cui generatrice mediana coincideva con l'asse di mezzeria del fotogramma ed utilizzando la medesima ottica adoperata per la ripresa, alfine di compensarne le abberrazioni. Imponendo alla stampa fotografica le rigorose condizioni descritte, sono stati ricavati ingrandimenti corretti geometricamente che sono stati composti a mosaico facendone coincidere i punti con i nodi già rilevati e trascritti sul piano xy per via strumentale.

 

Sezione 2) RAPPRESENTAZIONE IN DETTAGLIO DELLE ISCRIZIONI.

Per la restituzione grafica delle iscrizioni presenti nella raffigurazione pittorica, il particolare dettaglio e approfondimento richiesto ha consigliato uno studio a contatto in scala 1:1 che è stato condotto soprattutto in luce radente per evidenziare tutti i più minuti dettagli del disegno.

L'attuale stato di conservazione delle superfici affrescate compromette fortemente la possibilità di trascrizione ed interpretazione dei testi. I caratteri si presentano in alcune zone perfettamente conservati, ma in molti casi sono completamente e definitivamente perduti, e in altri sono appena visibili alcune tracce sparse di pigmento.

Il tentativo, in quest'ultimo caso, è stato quello di individuare dove i residui di pigmento lasciavano intuire tratti del limite di contorno del carattere che rappresenta l'elemento maggiormente significativo ai fini della interpretazione delle tracce.

Si è scelto di rappresentare il limite di contorno dei caratteri con una linea continua dello spessore di 0,4 min, e la pigmentazione con una puntinatura la cui densità rappresenta la densità cromatica stessa del carattere.

Nei casi dove le aree pigmentale non includono alcun limite di carattere, esse sono state racchiuse in una linea puntinata.

In questo modo nella rappresentazione grafica sono state evidenziati tutti gli elementi utili alla intrepretazione delle iscrizioni.

Delle quattro aree che sono state oggetto di analisi, solo la "a" ha concesso un tentativo di interpretazione.

Alessandro Iazeolla

Roberta Caglianone

 

 

 

 

 

Fig. 1) Schema geometrico delle restituzione.


S. Liberatore alla Maiella, particolare dell'affresco con la presentazione del modello della chiesa.


 

Ripresa con Mamya RB67, obiettivo 180 mm su negativo Kodakcolor, 100 ISO.

 

S. Liberatore alla Maiella, particolare dell'affresco ripreso all'infrarosso.


Ripresa con Olympus OM2, obiettivo 100 mm su negativo Kodak Infrared High Speed.

Restituzione grafica di uno dei cartigli.